Eroi, martiri e ignoti soldati

Non si sa bene perchè le emozioni si sentano nel petto. Forse si sa , sono io a non saperlo. È per questo che associamo il cuore ai sentimenti?
Ho Incontrato il Cardiologo Prof. F. (che si occupa di sostenere in prima persona un’associazione senza scopo di lucro a favore di bambini cardiopatici nel mondo)

sembra che la mortalità infantile dovuta a questo tipo di patologia sia tra le emergenze nel mondo dopo fame, infezioni, carenza di acqua.

Dalla piccola esperienza che ho nel campo, mi sono fatta l’idea che chi lavora per la cooperazione e lo sviluppo cerchi emozioni e se la strada per sentirsi vivo e giusto è la soluzione dei problemi di sopravvivenza altrui, ben vengano i problemi. Anch’io nel mio piccolo ruolo di ignoto soldato sono andata all’appuntamento con la speranza di ricavarne emozioni e, va da se, fare il mio lavoro.

Non abbiamo fatto giri in reparto, non ho messo le mani ne gli occhi su nessun corpicino offeso. Mi sono seduta ad una scrivania di noce e come al solito, lui ha parlato e io ho solo pensato.
Lui diceva quanti bambini aveva o avrebbe potuto operare, bambini con malformazioni congenite, che “meritano di vivere”. Io pensavo a quante probabilità di sopravvivenza post operatorie avevano questi bambini una volta tornati a casa. Lui mi faceva vedere foto di mamme con le loro creature :“sono persone dignitosissime” e io pensavo a quale dignità ci può essere nel cuore di una donna il cui figlio è destinato a morire mentre quello che porta nel grembo avrà probabilmente la stessa sorte, grazie a ordigni e veleni di cui il suo paese natale è stato disseminato.
Lui parlava di ciò che avrebbe voluto fare, organizare, migliorare e ottenere, e di quanto aveva predicato ad ogni porta politica e burocratica per averne in cambio solo parole vuote e nessun reale aiuto, “faccio quello che posso con il piccolo aiuto che mi danno le aziende e le persone che hanno un cuore”. Io pensavo che conosco giovani in gamba che hanno girato il mondo in cerca di un occasione molto + banale di quella che ha avuto lui. Pensavo che non importa quanto piccole o grandi siano le ambizioni, la frustrazione è sempre troppo grande per ogni vecchio o giovane cuore.

Il professore mi mostra uno slide show del suo operato nel mondo, mi parla di riconoscimenti ottenuti da leaders di altri paesi, poi si gira ed estrae dal cassetto una foto. Me la porge e dice chi è questo? Io vedo due uomini che si stringono la mano. I loro profili quasi intenti a dare la schiena. Uno dei due dev’essere lui stesso, lo intuisco + che vederlo e l’altro… “chi è?” mi chiede lui “chi è?” gli rispondo io e mentre lo dico so che sto dicendo la cosa sbagliata “ma è Gheddafi naturalmente! “ e prosegue spiegandomi che le sue sono anche missioni di pace e speranza in quei paesi che noi consideriamo nemici.
Adesso, mentre scrivo, vedo quest’uomo entusiasta che affonda le sue mani guantate di lattice in piccoli toraci aperti e sanguinanti, e penso all’emozione di giocare a fare Dio che prova ogni volta che il bisturi incide la pelle bianca o nera di un corpo per “arivare al cuore”. E penso che per quel tipo di emozione molti sarebbero capaci di uccidere e lo hanno fatto.
Penso che il bene e il male sono nella stessa coppa e che dipende da che parte uno beve. Penso che ci vorrebbe un premio al valore per quell’esercito ignoto di idraulici ragionieri, infermieri, muratori e spazzini che hanno voglia di fare il loro mestiere invece di pensare che questa vita è costellata di fogne inesistenti, bilanci che non quadrano , malati che non guariscono, case che non stanno in piedi e strade eternamente sporche.
Penso che la ragione del nostro stare al mondo dovrebbe essere “fare le cose” allora tutto avrebbe un senso, perchè le cose si fanno ogni giorno.
Penso che a tutti piacerebbe pensare alla propria vita come in quella pubblicità della Rai dove ognuno è un eroe, un protagonista, per aver fatto quello che fa.

Lo sapranno quei bambibi dai piccoli corpi attraverasati da tubi che oggi come domani saranno famosi testimonial della miseria nel mondo, eppure, nessuno mai si ricorderà delle loro facce, meno ancora delle loro storie?

la navetta del tempo

Non stiamo parlando di dischi volanti ma di tempo che vola e noi che non ci saremo + e oltre a noi anche i figli dei nostri figli. A chi di noi piacerebbe sapere chi e che cosa faceva un consanguineo vissuto quei 500/1000 anni prima del 2007?

un messaggio in bottiglia che ci raggiunge attraverso il tempo. In realtà un contenitore che nel suo ventre nasconde oggetti che raccontano chi siamo stati e cosa facevamo per occupare il tempo, oltre a scavare buche e giocare alla caccia al tesoro del millennio.

A questo progetto proposto da Flavio, tutti possono partecipare contribuendo – in una prima fase test finalizzata a sperimentare la possibile depauperazione degli oggetti (carta, foto, batterie, legno ecc) da parte di aggressori tipo clima, animali, gente che scava senza permesso ecc..- con “messaggi per i posteri”
In sostanza mettiamo a disposizione un contenitore stagno che rimarrà sepolto per un anno, una punta di spillo comparato a qualche secolo, ma un po’ dovrebbe aiutarci a capire come conservare le cose perchè non vengano disperse nell’ambiente.

Oviamente si accettano suggerimenti sulla longevità e possibilità di lettura dei supporti utilizzati per tramandare le nostre memorie.

Aspetto commenti e suggerimenti (anche pratici su come siggillare e conservare l’involucro): la data di sepoltura è prossima

Nbi e routine

Ciao Lulops

E’ vero, da quando ho finito I miei viaggi manco da questo blog. Ho una scusa, scontata, non ho molto da raccontare.

La vita di Nbi e’ molto piu’ vicina a quella del pavese che non a quella del viaggiatore. Guardo la tele, esco la sera, incontro amici, consumo.

La ricerca di lavoro procede male, Nbi non e’ la piazza che mi aspettavo e di trovare qualcosa non se ne parla. Al momento faccio una internship alla GTZ, mi occupo di questioni logistiche per un progetto di conservazione energetica.

In pratica non faccio niente.

Dovevo produrre 100 stufe in argilla ed adesso che le ho commissionate, passo le giornate a cazzeggiare su internet, alla ricerca di un lavoro vero. Non mi pagano.

Tabata e’ oramai di base a Malindi, non e’ in cinta, e si sta occupando della ristrutturazione della nostra casa. Ogni tanto sale lei e ogni tanto scendo io.

Se il tuo sogno inquieto fosse premonitore potrebbe essere di buon auspicio, ho spesso fantasticato di fare cose losche. Ammetto di aver mandato il mio CV anche alla CIA (incurante del fatto che la prima domanda chiedesse se si e’ americani, discriminante fondamentale per poter applicare).

Mi piacerebbe un po’ di azione, magari pagata.

Le prospettive per il futuro sono ancora nebulose, tra qualche mese ci scade il visto e dobbiamo lasciare il paese. Mentre Tabata e’ abbastanza convinta di dover tornare in Italia, a fare l’esame di stato ed un po’ di esperienza, io sono convinto che faro’ l’impossibile per non doverci tornare.

Penso spesso al Pakistan, un posto di merda dove vorrei tornare. Si tratta del paese dove, fino ad oggi, mi sono sentito piu’ vivo, piu’ cowboy e avventuriero, piu’ appagato. Probabilmente sara’ Peshawar la mia prossima meta.

Prima di quel giorno Tabata ed io pensavamo di andare a Zanzibar, a riprenderci dallo stress dei nostri uffici e delle nostre carriere.

 
Poi tanto cambiera’ tutto di nuovo e chissa’ dove andremo a finire.

 
Un saluto a tutta la cascina, in particolare a Giorgino.

P.S. A me’ continuano ad arrivare un sacco di Track back su post vecchi. Vuol dire che ci hanno bombardato il sito?

Caro Martin chi sa se leggi ancora elasticgirl, sicuramente non ci scrivi +, ci sono periodi up e down per ogni cosa diciamo che questo povero blog ha visto tempi migliori.

Questa notte ti ho sognato e siccome io di solito sogno donne che rimangono incinte o che danno alla luce credo che siate sollevati di sapere che non ho sognato Tabata.

Comunque era un sogno strano e inqueto dove tu avevi a che fare con qualcosa di losco ma non ricordo molto perchè mi sono svegliata e poi le cose hanno cominciato a dissolversi nella nebbia di Boschi.

Si questa mattinac’era la nebbia e speriamo proprio che il sole riesca a vincere le nubi perchè sono stufa di farmi pungere dall’agopuntursta che midice, e credo sia vero, che sono piena di umidità.

Che novità?

Abbiamo innaugurato il nostro piccolo ciclo di letture compartecipate, qualsiasi cosa voglia dire, comunque si sta un po’ insieme, si legge, si dicono cattiverie e cose sagge e anche un sacco di cazzate. C’è chi dice che dovremmo recitare, chi cantare e chi si accontenta gode tra le quali io.

Faccio un piccolo “a parte ” per Carla se mi leggi ti ricordi di che si discuteva nell’orto metre le zanzare discutavano tra loro chi delle due avesse + buon sangue? Bhe credo che ci siamo e forse sono riuscita ad affrontare la cosa non affrontandola affatto. Ho scelto il percorso di Santiago la fede mi aiuterà a superare gli ostacoli. Ma che scelta ho?

Quest’hanno abbiamo piantato il doppio dell’orto e suppongo che potremmo sfamare tutti gli ospiti del caso anche se da quanto ho capito della famiglia del TUDESCH forse vedremo Giulia…però non sperate di stare tranquilli perchè potremmo sempre decidere di venire noi a trovarvi.

un bacio a tutta la band

Priscilla

Ps vi mando presto una foto della nostra banda e i nuovi affiliati