Fiabe di Natale : lo struffolo catartico

dormo poco, mangio troppo

Questi struffoli che mi ha comprato mio padre sono buonissimi , vengono da Scaturchio, la pasticceria napoletana per eccellenza.

Non sono per niente vegani.

Una delle citazioni + comuni a sfavore delle mal digerite limitazioni di un vegano è :”il Dalai Lama quando è ospite a casa di altri mangia qualsiasi cosa” si, penso io, il Dalai Lama lo conoscono tutti e se capita che qualcuno ignori le sue preferenze alimentari nonostante la testa calva e gli abiti inusuali, forse, e voglio veramente esagerare, succederà un volta volta l’anno.

Ho già speso metà dell mie vacanze invernali, non sono contenta, ma la domanda è: non sono contenta di me? Forse tutti quelli che fanno bilanci in questo momento hanno la mia stessa sensazione, sarà che a Natale bisogna farsi un gran culo, ne + ne meno come gli altri giorni. Sarà che non si riesce mai a parlare di niente. Sarà che anche il fare è sempre di superficie, come se si dovesse spuntare una lista per poi fare altro. Ma altro da cosa?

Almeno quando lavori ti dici che lo fai per la michetta. Un’ amica, una che adesso non sento + perché ci siamo perse sulle scie delle comete, mi disse di fare attenzione, perché io una cosa non la so fare, non so vivere da povera.

Forse è vero, perché da povero sei sempre un po’ meschino, salta fuori l’istinto di conservazione, quello di sopravvivenza, il vivo io/muori tu, che è il motore di ogni nostro gesto puerile ampiamente giustificato: in nome del’lesserci possiamo fottere l’esistenza dell’altro.  Insomma la bestia che c’è in noi ha un motivo in più per prendere il sopravvento. Ma la povertà è molto relativa, non solo lo è per ognuno, ma lo è a seconda di dove, come e con chi si è.

L’uomo non è nato per stare da solo, se no ci fermavamo ad Adamo; ed Eva se ne stava comodamente su un altro pianeta, che ora lo sappiamo, ce ne sono così tanti che non è certo per mancanza di spazio nell’ universo mondo che stiamo qui uno in testa all’altro a fingere che  sia indispensabile alla propria sopravvivenza.

In realtà l’uomo ama importunare il prossimo suo, come potrebbe farlo da solo?

Come il Dalai Lama mi concedo di indulgere una volta l’anno. A natale, quando mio padre mi regala gli struffoli me li mangio; sono cibo per l’anima, coperti di miele e dell’amore di mio padre, che mi vuole bene come a un figlio, anche se sono una femmina. Me li mangio e lo so bene che sono pieni di uova e magari nemmeno da galline allevate a terra. I poveri esisteranno sempre, disse Gesù in un occasione e forse + d’una, anche le galline in batteria, e l’olio di palma e le fughe di rutenio. Quindi senza nessun senso di colpa, una volta l’anno mi specifico nella sapida crudeltà umana e mi faccio del bene con gli strumenti del peccato: lo struffolo catartico!

Ma la domanda era: non sono contenta di me? Che fino a quando si è da soli, e lavorare aiuta a starsene in disparte, tutte queste domande uno non se le fa. Poi arrivano le vacanze di Natale e nonostante le cene, le cucinate, l’immancabile riabbracciare chi non vedevo da un anno o giù di li, ho improvvisamente il tempo di gironzolare sulle pagine fb degli amici, conoscenti, medici, parenti… e li, finire gli struffoli diventa un’impellenza; e il bene caoticamente si disgrega nel male della mia digestione.

Quando li ho finiti un senso di nauseabonda pesantezza mi avvolge, e questo contribuisce alla nobiltà dell’atto, perché lo rende unico, indigesto e con conseguenze, proprio come qualsiasi buona azione non rimarrà impunita.

Come ogni anno ho assolto ai comandamenti, ho reso vera la profezia, ho rispettato i padri fondatori, ora posso andare a prendermi una nux vomica o un antimonium crudum, direi la prima perché ho i brividi.

Non sono contenta di me e non lo dico perché mi conosco, ma perché mentre ingoiavo le pillole di Alice travestite da struffoli, sono cresciuta di due misure, e ho visto tutti gli altri polli della batteria, sono causa del mio male ma non è colpa mia, direbbe l’eroina ritornando alla sua normale statura, nel mio caso x la taglia ci vorrà qualche mese.

Se posso chiedere qualcosa per questo nuovo anno, mi piacerebbe moltissimo conoscere altro dalla mia batteria ed è un augurio che faccio a tutti coloro a cui voglio bene, o non ho ragione di volere il loro male.