Sindrome di Stoccolma

La sindrome di Stoccolma colpisce la vittima che invece di odiare il suo aguzzino ne rimane affascinata.

Quest’estate ho avuto un esperienza sgradevole con una piattaforma molto famosa che si occupa di affittare gli alloggi privati delle persone .
Ritengo di essere stata truffata dall’ospite che per non pagare il dovuto mi ha fatto un reclamo richiedendo un rimborso dell’ottanta per cento.
Non ho bisogno di fare nomi, la piattaforma è la + conosciuta e si pregia e di essere un modello sostenibile, una sorta di comunità che sta dirottando gli introiti turistici dalle attività tradizionali, alberghi, residences, agriturismo, verso le residenze private dei comuni cittadini.

Un business tradizionale ha la sua esperienza per difendersi dagli atteggiamenti scorretti dei clienti, le comuni persone che nella vita si occupano di altro no.
La piattaforma dovrebbe proteggerti e mettere in gioco la sua esperienza per massimizzare il tuo provento o questo è ciò che pubblicizza.
In cambio chiede all’ospite e all’host una percentuale.

Si tratta di un grande business che secondo gli analisti raggiungerà i 6,1 miliardi di dollari entro il 2019 e il valore della società continua a moltiplicarsi ogni giorno che passa.
I turisti che hanno usato questa piattaforma per organizzare una vacanza sono più di 60 milioni nel mondo e gli alloggi che si contano sul sito hanno superato i 2 milioni, cioé quanto le camere di hotel delle catene Marriot, Hilton e Best Western messe insieme.
Sfortunatamente questa rivoluzione in atto non penalizza le grandi catene, che come si diceva hanno i loro strumenti per difendersi dagli atteggiamenti scorretti, ma penalizza soprattutto i business tradizionali locali, quelli che una volta appartenevano ancora alle persone invece che alle multinazionali. Eppure, il gigante del web resta un piccolissimo contribuente per il fisco. L’anno scorso, questa piattaforma di home renting, ha versato al Fisco italiano 45.775 euro di imposte sugli utili. Una somma appena sufficiente a comprarsi una buona vettura magari con qualche optional!

Tornando all’accaduto è bene sapere che se hai un problema in piattaforma, i primi con cui ne parli non sono gli addetti del centro assistenza, ma i Superexpert. Non conosco nessuno personalmente che sia diventato superexpert ma so che se fai il bravo e ti guadagni il bollino da super host potresti essere scelto come super expert. Non so dire quindi, se tratta di integerrimi cittadini comuni diventati sceriffi di piattaforma, o se sia l’ennesimo teatrino tanto per farti sentire al sicuro quando sei aiutato da tuoi pari e quindi sei più moderato e remissivo . Comunque questi super host/expert, o quelli con cui ho avuto a che fare io, sono super zelanti e partono sempre dal presupposto che tu stai rimestando nel torbido.

Così mentre l’inquilino si divertiva a lanciarmi anatemi telefonici e di piattaforma, i super host mi inviavano un criptico messaggio che enunciava: “riteniamo che la questione sollevata sia chiusa”. Il mio crimine, secondo i probiviri era di non voler fare i letti supplementari per i quali l’ospite non aveva pagato. Da qualche parte sembra che ci sia scritto che se ci sono 10 stanze da letto in una casa, a prescindere dal numero di ospiti dichiarati dall’inquilino, queste stanze devono tutte essere disponibili.
Inutile chiedere perché la piattaforma ti consenta di mettere tariffe diversificate a seconda del numero di ospiti, la regola è scritta (ancora non sono riuscita a sapere dove) quindi va rispettata.
Dopo fiumi di corrispondenza e numerose chiamate mi viene ingiunta una penale dell’80%

Nel rosicare per l’ingiustizia subita, cerco sul web soluzioni per rispondere all’arroganza le cui vittime sono i miei anziani genitori, sono loro i proprietari e beneficiari della casa di vacanza.
Apprendo così che per diversificare il business la piattaforma ha lanciato una nuova attività con una previsione di un milione di prenotazioni l’anno prossimo. Gli host possono già da ora proporre escursioni, visite e corsi. Ovviamente quest’attività è tutta regolamentata dalla piattaforma. Con prezzi, modalità e ovviamente penalità.
L’obbiettivo sembrerebbe quello di rastrellare tutti i soldi destinati al turismo delle piccole imprese e gettarlo nel calderone della piattaforma che ovviamente sempre non pagando le tasse ti impone la sua percentuale di profitto.

Questa notizia mi ha reso nervosa ed iper attiva e dopo nuove mail e telefonate mi è stato richiesto di chiudere a – 15%. Ho accettato stremata dalla mediazione, solo per scoprire che il 15% veniva calcolato su ciò che paga il cliente, ossia anche sulla percentuale che la piattaforma ricarica. Ovviamente il 15% di penale è tutto a mio carico!
Ma perché dare ragione ad uno scroccone? Il motivo potrebbe essere che raggiungere 6.1 miliardi di dollari è impegnativo, bisogna strutturarsi, tagliare i costi e massimizzare gli utili. Un cliente che risparmia è sempre soddisfatto quindi torna. Inoltre trattenere i compensi in attesa di giudizio magari per un mese (come nel mio caso) sono liquidi in cassa per cui non paghi interessi. Senza contare che mettere in crisi un host con cattivi commenti da ad un altro la possibilità di scavalcarlo …e quindi fare fesso e contento un altro stupido host e così via. Insomma non si tratta di incidenti di percorso ma di massimizzazione dei flussi, occorre capacità di entrare a gamba tesa in casa degli altri, non pagare le tasse e convincere tutti che sei onesto e stai dalla loro parte bisogna ammettere che ce n’è abbastanza per rimanerne inevitabilmente rapiti!