Quanta gente alla mia tavola, sono la mia famiglia eppure ho la sensazione di essere tra di loro come una lama affilata che soffre dei tagli che infligge a chi le si avvicina. E sono vicini, così vicini che posso sentire i loro cuori sussultare e la loro pelle fremere al + blando sfiorare. Nel mio petto un vuto, come l’attimo prima che la paura si trasformi in spavento.
Non sono i pensieri miei di donna che mi lasciano sospesa in attenzione. Sono piuttosto tutti quelli che non so formulare eppure esistono e mi sorprendo a temere il peso di questi pensieri, + grandi di me, del mio cuore, del mio cervello e della mia volontà.
Chi sono io per provare tutto qusto?
E ancora i pensieri vagano senza ordine e tempo, come se stessero cercando ossigeno, come se dovessero lavarsi dopo aver percorso strade di dolore e di gioia, senza dolore e senza gioia, ma solo il nome di questo e di quella, che si è incollato ovunque come grasso di un anguilla.
cosa è la gioa e cosa è il dolore senza parole, contenitori, definizioni…ciò che si spalanca senza senza fine, ciò che si contrae all’infinito.
Così in alto, così in basso e io sospesa in mezzo, vuota come un guscio vuoto.