Quando ti parlo so di rivolgermi ad uno dei tanti te, uno dei tanti che conosco, ma non uno a caso, uno specifico, si proprio tu. Però è come parlarti in un ascensore pieno di persone, devo usare parole in codice, che solo io e te conosciamo e questo, fa drizzare le orecchie a tutti i presenti, sono discorsi strani quelli che facciamo in ascensore, se non conosci i codici puoi farti strane idee.
Ed è esattamente quello che succede quando ti parlo mentre tutti gli altri te ascoltano. Io lo so e anche tu, si prorio tu, quello li in mezzo che mi guarda e mi vede. A te volevo dire che cerco sempre di farmi spazio tra questa folla e quando ci riesco e ti tocco ho un unico desiderio, vorrei che tutii gli altri scendessero alla prima fermata e allora spero che accada qualcosa di terribile, solo noi non avremo paura, solo noi rimarremo a guardarci quando le porte torneranno a chiudersi, indifferenti al piano, al senso e ciò che intorno accade.
Ma desiderare il peggio per accorciare il tempo che ci separa dalla vera natura della cose …
non è certo questo il cammino per divenire il migliore strumento possibile
La forza non è la mia, ma solo un prestito o meglio ancora, soffio sulla sabbia che leggera si alza…solo un granello di polvere io, ma pesante e immoto come macigno quando il soffio ci abbandona.
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