“Something happened here. In your life there are a few places, or maybe only the one place,were something happened,and then there are all the other places”
Alice Munro, FACE, Too Much Happiness
E sono qui a pensare, a cercare di sentire se esiste un posto o + di uno, dove tutto è accaduto…
Ho un dolore sotto il costato a destra che tocca la scapola, come un ferro grosso e tozzo che cerchi di farsi strada da un capo all’altro del mio torace. Credo si tratti della mia poca capienza, di una certa deficienza nell’espansione e di una esuberanza nella contrazione. Come se i muscoli super-tonici potessero affrontare ogni carico ma fossero incapaci di rilasciarlo. Un ossimoro che nel tentativo di risolversi si rivela nel dolore figurato di un attrito trapassante.
“Lasciati andare e fatti informare dal futuro” al ricordo di queste parole il dolore si fa + localizzato e appuntito. Una frequenza precisa, nulla di casuale. Come una ricerca avanzata su Google; nei primi 10 risultati si vede solo quello che c’è. E c’è x un motivo assai preciso.
Perché d’un tratto le cose siano chiare rimane sempre un mistero
forse non siamo tanto diversi da un motore di ricerca, forse non siamo coscienti che il nostro intero sistema prende nota di ogni cosa che accade, ma perché il presente ne risulti informato ci vuole molto tempo e allenamento.
Le informazioni devono essere richieste in modalità efficiente ed essere elargite con al maggiore sincronia possibile.
Un meccanismo, se così si può definire, che ostacola questo processo di ottimizzazione è il rimorso, uno che l’agevola il perdono
Se compio un azione e per una concomitanza di eventi decido che non ne vado fiera ne conseguono due modi possibili di operare
in uno ammetterò un incompetenza, deficienza, incapacità… mi chiederò se avrei potuto fare diversamente e una volta ottenuta la risposta, qualsiasi risposta, deciderò di perdonarmi
nell’altro vedrò la mia incompetenza, deficienza, incapacità…non avrò la forza di chiedermi nulla, rimbalzerò questa informazione al mittente provando un rimorso più o meno consapevole
Nel primo caso l’informazione sedimenterà con un suo percorso più o meno logico ma rintracciabile ad ognuno
Nel secondo caso l’informazione causerà un errore di ricerca, errore che verra trascritto un certo nr di volte , spesso troppe, tali da causare un loop tra la ricerca e la risposta e quindi l’eco di un errore di cui si è persa l’origine.
Il perdono diventa occasione di comprensione e di accoglienza, una modalità per rivedere ciò che è accaduto da un altra angolazione: se abbiamo pazienza quel tanto che basta potremo cercare di non commettere lo stesso errore, forse un’altro, uno diverso e ancora dovremo avere pazienza quel tanto che occorre a perdonarci. Alla fine del percorso il nostro margine di errore sarà estremamente basso, per le cose meno complicate praticamente nullo e l’informazione sul perché o sul come, esigibile con la massima sincronia possibile in questo mondo universo.
“…e se oggi mi dicono: resistere, resistere, resistere “
E’ solo perché Si tratta di processi lunghi per ottenere informazioni magari apparentemente banali, eppure sono processi che svolgiamo a milioni senza possibilità di fare diversamente, tutti i giorni.
Tanto vale resistere, riconoscere e perdonare.
Non insisto con la ricerca, provo piuttosto a lasciare che la schermata, con le sue informazioni precise, mi offra una mappa omeo-analogica.
Gli alberi secchi e bianchi, così tridimensionali sul cielo finalmente azzurro si riflettono nell’angolo della montatura dei miei occhiali rossi, suggerendo una ferita tra ciò che vedo e l’immagine riflessa. l’immagine riflessa non è così nitida ne così tridimensionale.
Cosa sarà vero e cosa reale?
Tra un sorso di caffe e un po’ di aranciata mi godo la mia mattina da super mamma vinta a Geo in una scommessa facile come sparare sulla crocerossa.Me ne vergogno un po’ma neanche tanto, lui ha 11 anni e deve imparare ancora molto, ma sicuramente ha imparato a perdere sportivamente. Io mi godo la colazione a letto con vista dalla finestra sul bosco, immersa in questi deliziosi racconti canadesi.
La sincronia tra il dolore al costato che si dilegua e la lettura di quest’ultima riga è melodica:
“the answer is of course, and for a while, and never”