Il mio frigo fà rumore perchè ha quasi 25 anni e la caldaia fa eco xchè ne ha dieci e i vecchi si sa, brontolano sempre ma di quello che vorremmo sapere ci raccontano molto poco
Anche in una casa di campagna come la mia ci sono rumori che ti accordano ad un tempo meccanico, all’operosa industria del consumo. Dalla finestra un aereo di linea interrompe il blu pristino del cielo già sporco di lunghi rami scuri rigidi e privi di ritmo vitale. In lontanaza campane che suonano senza muoversi.
Non riesco a separarmi da questi due elttrodomestici, e non è una questione economica è orrore di ciò che non conosco.
Fino a ieri la novità mi spingeva fuori dal letto, mi faceva fare le scale 4 a 4 e non c’erano porte o murate che potessero contenermi. Stavo imparando, mi sembrava che non ci fosse un grano di riso uguale all’altro, volevo che tutto fosse diverso e per me lo era.
Provo a chiedermi se ciò che mi fa paura non è ciò che non conosco, ma ciò che conosco gia e non mi piace. Come separare ciò che non conosco dal riconoscere l’affezionato ritornare di vecchi nemici ristrutturati dall’opera ingegnosa e creativa del design ?
Come difendersi da quello che sappiamo già non funzionerà senza chiudersi al nuovo, al diverso, al dopo e al prima?
Mi disturba l’idea che quando altro da ciò che è consolidato fa capolino, riceva sempre un freddo e tal volta ostile benvenuto. Sarà x questo che se ha la fortuna e la stamina di insediarsi, a sua vota elimina tutto ciò che lo ha preceduto e ostacola tutto quello che sta per arrivare.
Allora penso che potrei adottare un criterio elettivo che si basi sull’accoglienza e l’integrazione, per esempio riparare il mio frigo invece di sostituirlo. Il frigo è passivo, o sufficientemente passivo perché me ne possa occupare con tempo e voglia di avere a che fare con gli altri, i creativi del frigo!
Ma che dire di un amico, un collaboratore, un marito. Certo non sono soggetti passivi e in + si relazionano, con pessimi risultati, con la popolazione dei creativi la fuori. Spesso sono loro stessi dei creativi.
L’istinto è quello di un globulo bianco nei confronti di un agente patogeno. L’aggressività che conteniamo o alla quale diamo libero sfogo è genetica, fa parte dell’istinto di sopravvivenza, è connaturata all’essere vivente. Ci vuole grande ricchezza di ogni risorsa per dare il tempo al nuovo di rivelarsi e comunicare le sue intenzioni, ricchezza per non perire in caso di esito nefasto, ricchezza per non perdersi in caso di esito troppo zelante, ricchezza di non accomodarsi in caso di presa per il culo.
Mio figlio scende le scale si stiracchia e mi si siede sulle ginocchia.
Lo abbraccio e lo sbaciucchio, poi penso, se io fossi un globulo bianco e lui qualcosa di nuovo che arriva dall’esterno, quante possibilità avremmo di poterci godere un momento come questo?
Dal fagotto arancione che la befana ha lsciato nel nostro camino escono due automobiline di plastica moto attese, finalmente si potrà usare la pista ricevuta per natale
Gli involucri sgargianti sono un insulto a qualsiasi tipo di politica per il contenimento dei rifiuti e la possibilità di smaltirli per vie differenziate, ma questo non sembra attirare l’attenzione dei miei figli in alcun modo, la confezione non li eccita ne li disincentiva. L’interesse è tutto sulla morfologia vicarita dai due simulacri. Di uno è in discussione l’appartenenza al regno dei pesci o dei mammiferi, 15 minuti di discussione sull’osservazione della pinna riprodotta nell’immagine della carta digitale che servirà ad aumentarne la potenza. Dell’altro, subito viene colta la differenza tra viverna e drago. Cerchiamo sul web informazioni aggiuntive, sporattutto perchè Geo, il + piccolo, sembra deluso di sapere che la sua automobilina non sia un vero drago. Quando apprendiamo che la viverna non sputa fuoco e ha due arti in meno del drago, ma possiede un pungiglione sulla coda e doti magiche, tanto da essere dei due il + temuto, subito riguadagna terreno. Questo rettangolo di plastica colorato del tutto simile a molte altre automobiline già viste, acquisice il fascino delle cose magiche non meno del al gatto di casa, la bacchetta magica di sanbuco e i soldatini di Warhammer.
Mio figlio lupo. quindicenne è felice di sfoggiare le sue conoscenze mitologiche e dedica un ora del suo tempo alla costruzione e prova della Pista insieme al fratellino di 9.
Forse siamo vittime del consumismo e perdutamente sordi alle + basiche regole di questo vivere nella coscienza dei nostri tempi, ma crediamo nella befana come nel potere della cioccolata calda. Speriamo che i draghi esistano da qualche parte e che gli squali uccidano perché non possono fare altrimenti.
Forse cambierò il frigo e posso presagire che quando Il drago salirà in cielo nell’equinozio di primavera, la stessa sorte toccherà probabilmente anche alla caldaia.