Sono malata da 10 giorni. La maggior parte delle persone che si sono fatte vive nei primo 5 giorni mi hanno chiesto se potevano comprarmi qualcosa e di chiamarle se avevo bisogno.
Quando uno ha la polmonite è molto frastornato, dev’essere perché essendo ipossigenati anche il cervello lavora male è proprio difficile rispondere se anche si fosse coscienti di avere bisogno di qualcosa. al sesto giorno un amica si è spinta fino a venirmi a trovare al sesto è venuto mio fratello al settimo pur sentendomi ancora molto debole ero in grado di fare da sola, ed è arrivata qualche visita.
Il mio ex marito è venuto a giorni alterni i miei figli mi hanno rivolto la parola all’uscita la mattina e su richiesta per pranzo o cena.
Il mio pensiero è che sul breve periodo una persona che dovesse incorrere in una malattia fulminante non avrebbe nessuna possibilità di sopravvivere grazie a parenti o amici, magari anche conviventi. Questo spiegherebbe anche come mai in Italia muoiano + persone per suicidio che per incidente stradale. La depressione infatti, contrariamente alla polmonite, non ha manifestazioni abbastanza visibili da essere considerate preoccupanti. Nella maggior parte dei casi sulla scena di un suicidio ci saranno sempre molti testimoni che racconteranno fatti che non lasciano dubbi sul motivo del suicidio. Eppure i testimoni continueranno a dire che no c’era niente che non andava, apparentemente sembrava tutto normale.
Vicino casa mia una mattina una signora si è alzata presto è andata a prendere la pistola che il marito teneva in cassaforte, poi è andata in bagno e si è sparata un colpo in bocca, l’ha torva il figlio di 10 anni prima di andare a scuola.
Il marito era rimasto senza lavoro in seguito ad un incidente, entrambe i genitori di lei si erano ammalati prima l’uno poi l’altro. Tutti i vicini sostenevano che faceva una vita molto ritirata e usciva in macchina anche solo per coprire i 200, 300 metri di strada che separavano l’abitazione dal punto in cui si fermava l’autobus scolastico.Nessuno ovviamente se lo aspettava, forse nemmeno la vittima, che a furia di essere ignorata da tutti, deve aver pensato che stava sparando a un intrusa nello specchio.
La mancanza di comunità forse è il problema, ma perché manca la comunità?
Dai racconti di mia nonna so che ai suoi tempi tutti si alzavano molto prima dell’alba e tutti dovevano fisicamente lavorare per portare a casa pranzo, cena, indumenti e combustibile per riscaldare. Oggi siamo tutti impegnati a produrre cose la maggior parte delle quali si ritrovano ad arricchire i cesti delle immondizie, anche se differenziate. Per fare questo ovviamente non si ha tempo di far visita ad un caro che si è ammalato, o di parlare con un amico che ha bisogno, o di fare qualcosa per il gusto e il piacere di farlo, xchè abbiamo una lista di cose da evadere, anche quando non stiamo lavorando, cose che vanno fatte.
A che serve questo millantato progresso se umanamente siamo meno coscienti e sicuramente + aridi di un qualsiasi animale domestico? Forse bisognerebbe fare un po’ meno e farlo con un po’ + d’amore, perché l’amore è l’unica cosa che non ce n’è mai abbastanza.