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Ape impegnata non ha tempo per dolersi

Il Quarto Stato
MAC MILANO

Un edificio di questo tipo da il meglio di se verso l’esterno, è pensato per comunicare come un speaker sul podio. Molti hanno avuto occasione di visitarlo in questi giorni, ad ultimato restauro, ora che ospita formalmente il Museo del Novecento

I commenti non sono stati molto incoraggianti, trà i pù positivi: “almeno adesso ce ne abbiamo uno” riferito al fatto di avere finalmente, anche noi cittadini milanesi, un museo di arte moderna. Altri lamentavano l’assenza di opere fondamentali ad esporre esaustivamente il novecento lombardo. Altri, l’assenza di spazi congrui e necessari ad apprezzare opere imponenti quali Il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo e buona parte delle sculture.

Quello che è parso sfuggire ai + è proprio la struttura, l’arringatore ha riempito il suo ventre di arte!

Forse dalla terrazza si potrà ammirare l’arte contemporanea, creando un filo d’oro tra ieri, oggi, domani…

Forse da quella terrazza arringheranno i gestori di questa nostra città cercando di ottenere in cambio di questo tanto discusso spazio dedicato all’arte, un po di spazio nelle future campagne elettorali.

Forse la terrazza rimarrà chiusa e solitaria perché la comunicazione di massa oggi non è più fisica ma affidata al cablaggio e all’etere, spine dorsali dei nuovi e vecchi media.

Alla fine degli anni 70, su quella terrazza, gli adolescenti andavano a fumarsi una sigaretta e, al riparo degli occhi indiscreti, ne approfittavano per scambiarsi ardite effusioni. Dentro, polverose stanze, sede dell’ufficio del turismo.

Leggo e riporto testualmente lo scopo di questo spazio dedicato come nelle intenzioni degli organizzatori:

« Diffondere la conoscenza dell’arte del Novecento per generare pluralità di visioni e capacità critica  »

ma c’è dell’altro; prossimamente avremo un altro spazio dedicato all’arte, all’arte contemporanea , all’interno un complesso termale, sul tetto un giardino pensile.

“Il progetto – ha dichiarato, infatti, l’assessore Sgarbi intervenuto alla presentazione – è innovativo e si inserisce in un filone di musei che sono monumenti essi stessi prima che contenitori di opere, come il Guggenheim di New York, quello di Bilbao e il Beaubourg di Parigi: luoghi in cui l’architetto diventa garante per l’arte contemporanea essendo lui stesso un artista contemporaneo”.

Il costo dell’operazione è stimato intorno ai 40 milioni di euro.

Per qualche strano motivo mi coglie come come un grano di sale in una bibita dolce la parola “garante” e scivolandomi sulla lingua ci gioco e mi chiedo quali debbano essere le credenziali e le qualità di un garante, ma è solo un attimo, poi torno a fare l’ape impegnata e immagino con piacere un momento di relax termale tra un opera garantita e una passeggiata su un tetto verde.


lugano

La svizzera, quella italiana, quella che noi della bassa in qualche modo ci vien facile di ricordare. Banche e cioccolato, questo è ciò che tutti sanno, ma noi siamo andati a guardare + da vicino frammenti di giappone. Le foto di Haraki, per cominciare, familiarizzando con la la parola kimbaku che in occidente traduciamo Bondage, con il CONCRETO del GUTAI , con l’Ineffabile perfezione della scuola di fotografia all’albumina di Felice Beato, e con le incredibili immagini della primavera, SHUNGA . Siamo stati accompagnati, grata al mio lavoro, a tutti cololoro che hanno passione per ciò che fanno, senza rischiare di perderci in trduzione.

L’arte è quell’urgenza di portar fuori ciò che è dentro, di rendere sensibile e visibile ad altri che noi stessi ciò che nel + profondo ci riguarda .

Mi è parso di capire che l’arte, è arte perchè ha un mercato, mi è parso di intendere che il denaro ha vicariato, all’arte, il suo potere e il suo status , mi si è fatto intendere che l’arte, come il denaro, necessita di libera circolazione, hanno suggerito che per garantire neutralità all’arte e al suo status occorre tradizione, tradizione nel dimostrarsi irremovibili rispetto alle motivazioni che altri accoglierebbero come sensate, e toglierebbero al forziere la sua forza,

La passione e quindi anche l’amore, ha strane forme e assurdi modi di rendersi visibile, la mia esperienza di Lugano: un assoluto privilegio.